Cookie Consent by Free Privacy Policy website Imprenditorialità femminile: Arleo (competere.eu): i dati di Unioncamere consegnano un quadro incoraggiante su digitale e green ma bisogna fare di più perché la crescita delle imprese diventi strutturale
luglio 28, 2022 - Arleo

Imprenditorialità femminile: Arleo (competere.eu): i dati di Unioncamere consegnano un quadro incoraggiante su digitale e green ma bisogna fare di più perché la crescita delle imprese diventi strutturale

Tra le imprese femminili sono un milione e 345 mila e rappresentano il 22% del totale  ma una su due non investe.  Il PNRR sia in questa direzione

"I dati di Unioncamere consegnano un quadro incoraggiante su digitale e green ma bisogna fare di più perché la crescita delle imprese diventi strutturale. Tra le imprese femminili una su due non investe.
Eppure nonostante la fragilità e le dimensioni piccole hanno una grande voglia di innovazione. Ma non c'è innovazione senza investimenti ed è importante che nella pianificazione del PNRR e dei programmi di incentivi nazionali e comunitari se ne tenga conto.
La ripresa economica del Paese passa da quella del Mezzogiorno e delle aree depresse da un lato e dall'altro dall'ingresso e valorizzazione nel mercato del lavoro delle donne."

Lo afferma #giuseppearleo coordinatore dell'Osservatorio Next Generation Eu del think tank Competere.eu nel commentare lo studio realizzato da Unioncamere in collaborazione con il Centro studi Tagliacarne e Si.Camera.
Dallo studio emerge come  la ripresa post pandemia ha convinto un ulteriore 14% di imprese femminili ad iniziare ad investire nel digitale (a fronte dell'11% delle aziende maschili) e un 12% a investire nel green (contro il 9%). A queste si aggiunge, in misura equivalente alle imprese non femminili, un 31% di aziende che ha aumentato o mantenuto costante gli investimenti in tecnologie digitali in questi anni, e il 22% che ha fatto altrettanto nella sostenibilità ambientale (contro il 23% delle altre imprese). Le donne d'impresa, quindi, si sono lanciate nella duplice transizione che le politiche europee sostengono con forza e che rappresenta il core del PNRR italiano. Ma non senza difficoltà. La metà delle imprese femminili, infatti, ha interrotto gli investimenti o addirittura esclude di volerli avviare nel prossimo futuro.

"Come ha sottolineato giustamente  il presidente di Unioncamere Andrea Prete- continua Arleo- di fronte alle grandi sfide poste dal PNRR al sistema produttivo nazionale, le donne italiane a capo di una impresa stanno rispondendo positivamente, accelerando sul fronte degli investimenti digitali e in tecnologie più rispettose dell'ambiente.  
E' un segnale importante da sostenere e aiutare ed è importante che le ingenti risorse che il Paese rispondano alle esigenze delle imprenditrici  di migliorare la formazione alle nuove tecnologie 4.0 e green sia a livello scolastico che universitario, di avere un accesso più facile alle risorse finanziarie, di semplificare le procedure amministrative."  

A fine giugno 2022, l'esercito delle imprese femminili conta un milione e 345mila attività, il 22,2% del totale delle imprese italiane. Questo universo ha caratteristiche proprie rispetto alle imprese gestite da uomini: una maggior concentrazione nel settore dei servizi (66,9% contro il 55,7%), minori dimensioni (il 96,8% sono micro imprese fino a 9 addetti, contro il 94,7% delle maschili), una forte diffusione nel Mezzogiorno (il 36,8% delle imprese guidate da donne opera in queste regioni, contro il 33,7% delle non femminili). Le analisi effettuate mostrano anche che le imprese femminili hanno una minore capacità di sopravvivenza: a tre anni dalla loro costituzione, restano ancora aperte il 79,3% delle attività guidate da donne, contro l'83,9% di quelle a guida maschile e, dopo cinque anni, la quota delle imprese femminili che sopravvivono è del 68,1%, contro il 74,3% delle altre.

"Quello che emerge- spiega Arleo- è che sono sempre di più le giovani donne scelgono la via dell'impresa: le imprese giovanili femminili sono il 10,5% del totale delle aziende condotte da donne, mentre l'imprenditoria giovanile pesa il 7,6% sull'insieme delle imprese maschili. Fondare una impresa rappresenta anche una via importante di integrazione sociale ed economica e questo vale ancora di più per le donne. Le imprenditrici di origine straniera sono infatti percentualmente più numerose: tra le imprese femminili, quelle guidate da straniere sono l'11,8%, a fronte del 10,4% di quelle condotte da uomini."

Nel secondo trimestre 2022, rispetto allo stesso periodo del 2021, il numero delle imprese femminili è rimasto sostanzialmente stabile, crescendo di 1.727 unità (+0,1%).
Il confronto con lo scorso anno mostra un incremento delle imprese femminili soprattutto nell'industria (+0,3%) e nei servizi (+0,4%), tra le società di capitali (+2,9%), nel Mezzogiorno (+0,6%), tra le imprese straniere (+2,6%).