Cookie Consent by Free Privacy Policy website Processo per l'occupazione di Farmacologia a Milano: vivisettori e vivisettrici si arrendono
luglio 04, 2022 - Animal Press

Processo per l'occupazione di Farmacologia a Milano: vivisettori e vivisettrici si arrendono

Chiuso il processo per l'occupazione di Farmacologia: vivisettori e vivisettrici si arrendono e rinunciano alle richieste di risarcimento nei confronti degli attivisti del Coordinamento "Fermare Green Hill" che nell'aprile del 2013 liberarono le cavie, 400 topi e un coniglio, prigioniere negli stabulari dell'Università di Milano

Giuliano Floris e Francesca De Maria: "I fautori della sperimentazione animale hanno dovuto fare un passo indietro sulla strada, sbagliata, della #vivisezione presa dalla scienza"

Dopo la condanna penale a 18 mesi, nel 2018, degli attivisti e delle attiviste del #coordinamentofermaregreenhill che il 20 aprile 2013 occuparono gli stabulari di Farmacologia dell'Università statale di #Milano, liberando 400 topi e un coniglio, nei giorni scorsi la causa civile, che stava proseguendo in appello con una ulteriore richiesta di risarcimento danni, si è conclusa con il ritiro dell'Ateneo e del Consiglio nazionale delle Ricerche (Cnr).

"Gli #animali liberati quel memorabile giorno hanno vinto nel momento in cui l'Università statale di #Milano e il Cnr sono stati di fatto costretti a ritirare le richieste di risarcimento danni presentate nel loro ricorso in appello, che è praticamente franato su se stesso -  hanno commentato gli attivisti #giulianofloris e #francescademaria - . Avere il coraggio di mostrare la semplice e ordinaria brutalità della vita quotidiana delle cavie in quelle gabbie e rivendicare il gesto in tribunale ci ha provati, ma è stata la cosa giusta da fare – hanno aggiunto - . Ricordiamo con orrore i dati sconvolgenti riportati sul registro di carico-scarico che indicavano come venissero buttati, ogni pochi giorni, circa 34-37 kg di topi morti alla volta".

"L'azione a Farmacologia – aveva già detto #giulianofloris nelle dichiarazioni spontanee rilasciate  in sede penale - è servita ad abbattere quel muro di silenzio che ha sempre avvolto il mondo della ricerca che utilizza gli #animali. Dopo l'occupazione, la controparte è stata costretta a difendere, giustificare e spiegare il proprio operato, cosa che non aveva mai fatto prima. Noi, invece, abbiamo voluto rivendicare l'etica nella #scienza e la necessità della partecipazione della società civile nelle questioni della #scienza e della ricerca. Che devono rendere conto della giustizia di quello che fanno. Non dell'utilità. Non importa se una cosa è utile se sfrutti un altro essere vivente".

Difesi nel procedimento penale dall'avvocato Maria Cristina Giussani e ora, in sede civile, da Stefano Azzolina, gli attivisti e le attiviste hanno sempre rivendicato apertamente con coerenza e decisione la loro azione di fronte a una controparte che sembrava inattaccabile ma che, invece, è stata sconfitta. "Questa vicenda mostra che ognuno di noi può davvero fare la differenza – proseguono Floris e De Maria -  anche di fronte ai colossi fautori della sperimentazione animale, che nei nostri confronti oggi hanno dovuto fare un passo indietro sulla strada, sbagliata, della #vivisezione presa dalla #scienza. Il pensiero va a tutti gli #animali ancora imprigionati e agli attivisti e alle attiviste inglesi che nei giorni scorsi hanno liberato 5 beagle aprendo una breccia nel colosso Marshal BioResources (MBR) che 'produce' #animali per i laboratori di tutto il mondo".


Coordinamento Fermare Green Hill
www.facebook.com/controgreenhill

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