Cookie Consent by Free Privacy Policy website L’Italia riaccende i motori: auto sempre più centrale per gli spostamenti, micro-mobilità soluzione occasionale. Auto elettriche: acquisti (limitati) solo nelle metropoli, al Centro-Nord e nelle flotte aziendali
giugno 17, 2021 - Aniasa

L’Italia riaccende i motori: auto sempre più centrale per gli spostamenti, micro-mobilità soluzione occasionale. Auto elettriche: acquisti (limitati) solo nelle metropoli, al Centro-Nord e nelle flotte aziendali

Roma, 16 giugno 2021 – Gli italiani sono tornati a muoversi come nel periodo pre-COVID. L’auto resta il mezzo preferito per gli spostamenti (2 su 3 la usano abitualmente), mentre i trasporti pubblici faticano ad essere competitivi. Il maggiore utilizzo di #auto non si sta traducendo in maggiori vendite, anzi la campagna contro le alimentazioni diesel e benzina ha penalizzato il mercato e l’elettrico oggi viene acquistato quasi esclusivamente nelle metropoli del Centro-Nord Italia e dalle flotte aziendali. Con il graduale ritorno al lavoro in presenza, le forme alternative di mobilità (monopattini ed e-bike, su tutte) risultano meno utilizzate rispetto alle aspettative. 

Sono queste le principali evidenze che emergono dalla ricerca “L’Italia riaccende i motori della mobilità – Nuove esigenze o abitudini consolidate? condotta da ANIASA, l’Associazione che all’interno di Confindustria rappresenta il settore dei servizi di mobilità, e dalla società di consulenza strategica Bain & Company, e presentata oggi nel corso di una conferenza stampa online. 

Lo studio parte da un assunto: a più di un anno dallo scoppio della pandemia da COVID-19, è necessario fare un punto della situazione sulla mobilità e sull’industria #automotive in Italia. Il settore è davvero cambiato così tanto? Per interpretare come l’emergenza pandemica abbia mutato le abitudini di mobilità degli italiani e per verificare se le nuove forme di mobilità “green” offriranno una concreta alternativa all’auto è stata realizzata un’indagine su un campione ampiamente rappresentativo di 1.000 residenti nelle principali città italiane, intervistati nel mese di maggio 2021. 

L’uso dell’auto è tornato ai livelli pre-COVID. Fermi gli acquisti

Secondo l’Osservatorio Conti Pubblici Italiani, l’automotive è il settore più colpito in assoluto dalla crisi, con una perdita di cassa di 10 miliardi di euro nel 2020 e un aumento dell’indebitamento per circa 9 miliardi.

Sul fronte della mobilità su strada, invece, dopo i numerosi lockdown, l’utilizzo dell’auto è tornato ai livelli pre-COVID (2 italiani su 3 la usano per spostarsi) e quasi li ha superati, mentre si registra un ricorso sempre più limitato al Trasporto Pubblico Locale (solo il 42% del campione lo utilizza in modo ricorrente). Il maggiore ricorso alle quattro ruote non si traduce però in nuove vendite di #auto, rimaste nei primi 5 mesi del 2021 addirittura sotto i livelli del 2019 (-28% vs maggio 2019). Gli italiani infatti preferiscono piuttosto comprare un’auto usata o mantenere la vecchia #auto di proprietà, magari Euro 2 o Euro 3 (con conseguente impatto sull’inquinamento e sulla minore sicurezza). 

Le soluzioni di micro-mobilità non sostituiscono l’auto

L’auto in particolare è il mezzo prediletto da chi si muove in periferia, dove il trasporto pubblico è meno presente, e dai pendolari. Un trend significativo degli ultimi mesi riguarda gli spostamenti in bicicletta (con un boom di acquisti, 2 milioni solo nel 2020) e sui monopattini (125.000 pezzi venduti nei primi 7 mesi del 2020), con molti nuovi operatori nati a Milano e Roma nel giro di pochi mesi.

La bicicletta, però, per il 69% dei suoi utilizzatori, è un mezzo utilizzato esclusivamente nel tempo libero e quindi non sostituisce altre forme di mobilità.

Una casistica simile riguarda anche chi invece utilizza in modo frequente il car sharing e il monopattino: in gran parte dei casi, questi non hanno un’auto personale e li utilizzano in combinazione con il TPL. Gli automobilisti (anche pendolari) e gli utenti della micro-mobilità presentano due profili molto diversi tra loro ed è quindi impossibile pensare di sostituire l’automobile con la micro-mobilità. 

L’auto ed il TPL restano ad oggi la migliore soluzione per flessibilità e costi di gestione e non hanno di fatto reali alternative agli occhi del pendolare che si muove tutti i giorni. 

Un altro fattore importante che in questi mesi ha inciso in modo decisivo sui consumi di mobilità è il remote working. Secondo la ricerca, l’auto oggi è usata maggiormente proprio da chi dichiara di lavorare meno da remoto, mentre car sharing e monopattini sono usati soprattutto da chi lavora da casa (per più di 3 giorni a settimana). Il dato di fatto è che i consumatori stanno tornando progressivamente a lavorare in sede, con i giorni di remote working che, dopo essere saliti da meno di 1 nel 2019 a quasi 3 a settimana nel 2020, ad oggi sono già tornati a circa 2 giorni. Questo trend, in un contesto in cui il TPL fatica a rimanere competitivo, sta favorendo il ritorno all’uso dell’auto personale. L’automobile quindi vince al momento la partita della mobilità. Ma quali sono allora le #auto preferite dagli italiani? 

La rincorsa dell’elettrico: cresce solo nelle metropoli e grazie alle flotte aziendali. Al Sud è all’1%

La campagna contro le alimentazioni diesel e benzina sta dando i suoi frutti: nel 2020 le immatricolazioni di #auto endotermiche, che restano comunque la scelta preferita dal consumatore, sono scese dall’84% dell’anno precedente al 71%.

Il consumatore si è orientato fortemente verso l’ibrido, che ha assorbito quasi tutto il calo crescendo dal 6% al 18% (principalmente da mild hybrid). Rimangono stabili le alimentazioni a gas (9%) e cresce, anche se di poco, l’elettrico puro, dallo 0,6% del 2019 al 2,3% del 2020 (ben poco rispetto al 6-7% di Francia e Regno Unito o al 54% della Norvegia). L’elettrico sale al 5% di quota nelle grandi metropoli, dove viene acquistato soprattutto dal settore delle flotte aziendali, e rimane intorno al 2% in tutto il resto del Paese. La quota di privati che comprano veicoli alla spina non supera l’1,7% e la media dei veicoli a batteria elettrica scende addirittura all’1% al Sud, dove si preferiscono GPL e Metano (quota al 13%). Il 51% dei consumatori indica l’elevato costo del veicolo alla base di questa ritrosia verso l’elettrico, problema evidentemente non risolto dagli incentivi. 

“L’analisi conferma che il COVID non ha sostanzialmente cambiato i consumi di mobilità degli italiani che oggi più di ieri si affidano alle quattro ruote per i propri spostamenti”, evidenzia Massimiliano Archiapatti – Presidente #aniasa, “Per ridurre seriamente l’inquinamento è opportuno abbandonare ogni approccio ideologico e prendere coscienza delle diverse realtà del trasporto in Italia. L’elettrico sta avanzando solo in alcune aree del nostro Paese, trainato dalle immatricolazioni degli operatori del #noleggio, ma per una vera mobilità green occorre soddisfare le esigenze dell’88% che vive al di fuori delle grandi città. Il #noleggio di #auto nuove e l’acquisto dell’usato fresco e sicuro fornito dal settore può dare un contributo decisivo per la transizione ecologica della mobilità italiana”. 

“La sostenibilità ambientale del trasporto è un obbligo, occorre quindi lavorare per mettere #auto più pulite sulla strada, svecchiando in modo radicale il parco circolante nel rispetto delle esigenze di tutti. Il tipo di #auto che si tolgono dalla strada conta anche più del tipo di #auto nuove che si immatricolano, e forzare la domanda serve a poco”, spiega Gianluca Di Loreto, Partner Bain & Company. 

“In questo senso le nuove forme di mobilità completano l’offerta storica di trasporto ma non la sostituiscono; assume quindi una rilevanza strategica il business del #noleggio, che permette di ringiovanire le #auto in parco, ma con formule economiche comprensibili e anche vantaggiose”, conclude Vittorio Melli, Senior Manager Bain & Company. 

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