Cookie Consent by Free Privacy Policy website Faccia a faccia col futuro: le transizioni del nostro Paese
aprile 08, 2021 - Aggiornamenti sociali

Faccia a faccia col futuro: le transizioni del nostro Paese

Milano, 8 aprile 2021 – Fra le numerose conseguenze generate dalla pandemia e dalla crisi sanitaria che ne è derivata, vi è quella di aver accelerato i fenomeni trasformativi in atto, rendendo ancor più evidente che ci troviamo in una fase di transizione - o meglio ancora - in una fase in cui diverse transizioni sono in corso all’interno della nostra società.

È proprio sul concetto di “transizione”, da intendersi come passaggio da una realtà nota a un avvenire prossimo, ma dai contorni incerti, che si focalizza l’analisi di Giuseppe Riggio, caporedattore di Aggiornamenti Sociali, presentata nell’editoriale di aprile.

Ma quali sono le transizioni che caratterizzano questo momento storico? Alcune sono già evidenti e hanno prospettive più chiare. Tra queste vi sono i processi della transizione ecologica e digitale, su cui si giocherà il #futuro dell’Italia. Altre, invece, sono ancora in una fase magmatica, dai contorni poco netti e dagli esiti incerti. Tra queste, occupano un posto di primo piano quelle relative alla sfera istituzionale e politica, che sono imprescindibili affinché si possa rinnovare con successo il nostro sistema Paese. Qui lo scenario è più complesso, perché la sfera istituzionale e politica si articola su più livelli, a partire da quello sovranazionale dell’Unione Europea: le istituzioni europee stesse sono entrate in una delicata fase di transizione nel momento in cui hanno deciso di compiere scelte coraggiose e potenzialmente divisive, dal NextGenerazionEU al piano di acquisto dei vaccini, rompendo con l’autoreferenzialità e incrociando concretamente la vita dei cittadini.

A livello nazionale il tema delle riforme istituzionali sembra ormai improcrastinabile: da decenni in Italia si discute di riforme, ma oggi la necessità di una transizione organica è dettata anche dall’esito del voto referendario sulla riduzione del numero dei parlamentari. Il nostro Parlamento vive da tempo una fase di crisi, preso tra la morsa del preponderante ruolo assunto dai Governi, con i loro leader carismatici, e l’emergere di ulteriori centri legislativi infranazionali (le Regioni) e sovranazionali (Unione Europea). Tuttavia, il ruolo del Parlamento resta centrale, perché è il luogo in cui istituzionalmente sono rappresentati i diversi orientamenti presenti nel Paese, in base al risultato del voto dei cittadini, e in cui ci si confronta e si media tra la pluralità di sensibilità e posizioni, avendo come fine la ricerca del bene comune. Quella di oggi è dunque una preziosa occasione per migliorare il funzionamento del nostro sistema parlamentare e rendere più stabile il nesso tra Parlamento e Governo.

In questa trasformazione avranno un ruolo cruciale i partiti politici, i quali a loro volta si trovano in piena transizione. Nell’attuale assetto istituzionale, i partiti sono il tramite tra i cittadini e le istituzioni. Sono il punto di mediazione in cui le diverse culture, istanze e gli interessi presenti nel Paese si consolidano in proposte politiche e scelte programmatiche. Il Governo Draghi costituisce una sorta di sospensione dell’agone politico di cui i partiti oggi possono approfittare – e molti lo stanno già facendo - per affrontare snodi cruciali sul piano degli assetti interni e dei posizionamenti a livello politico.

In questa ridefinizione dei partiti è centrale che l’ansia del consenso a tutti i costi ceda il passo allo sviluppo di una cultura di governo, imperniata sull’ascolto e la collaborazione, che superi una comunicazione impostata sul modello del marketing che si pone in una perenne campagna elettorale. Questa cultura di governo significa rimettere al centro le priorità da perseguire per il bene comune, ma significa anche porre attenzione alle modalità scelte per realizzare le priorità individuate.

Vivere in una fase di transizione significa fare una scommessa sul #futuro: per questo genera passione ed entusiasmo, ma anche un inevitabile senso di vertigine e di paura. Tuttavia questa stagione di transizioni plurime, tra loro interconnesse, è un invito a rimettere in campo energie e desideri, ad accettare di vivere l’incertezza dovuta ai cambiamenti, convinti di voler vincere la sfida che abbiamo di fronte e che riguarda il #futuro stesso della nostra democrazia.

News correlate

dicembre 16, 2021

Già caporedattore, dal 1° gennaio 2022 subentra a p. Giacomo Costa SJ, alla guida della Rivista da 12 anniMilano, 16 dicembre 2021...