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maggio 28, 2020 - Ecodom

La raccolta RAEE durante la pandemia da Covid-19

Come ha influito l’emergenza nazionale sul sistema italiano dei Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche?
Ecodom analizza i suoi dati e quelli del Centro di Coordinamento RAEE per fare il punto della situazione su un settore fondamentale dell’Economia Circolare

Il blocco economico generato dall’emergenza coronavirus in Italia ha coinvolto in larga misura anche il sistema nazionale di gestione dei RAEE. Con il DPCM del 22 marzo 2020, il governo ha imposto la sospensione di diverse attività industriali e commerciali tra le quali figurano molte di quelle legate direttamente alla nostra attività: dalle aziende produttrici di AEE ai punti di vendita e distribuzione, fino agli impianti di trattamento dei rifiuti. Ciò che il decreto non ha fermato è stata la fase di raccolta dei rifiuti tecnologici, considerata un servizio essenziale per la collettività. La raccolta, seppur rallentata a tutela della salute degli operatori, rappresenta dunque l’unica fase del nostro lavoro che al momento può essere presa in esame per capire come e quanto la pandemia abbia inciso sul sistema nazionale dei RAEE.

Le richieste di ritiro sul territorio nazionale

Un primo punto riferimento sul tema è quello offerto dal Centro di Coordinamento RAEE, organismo al quale si deve il costante monitoraggio e aggiornamento di tutti i dati riguardanti la filiera italiana. Tra questi dati sono compresi quelli riguardanti le richieste di ritiro (RdR) dei RAEE pervenute in queste settimane dai Centri di Raccolta (CdR) e dai Luoghi di Raggruppamento (LdR) di tutto il Paese. Come si osserva dal grafico A, le RdR subiscono una prima netta flessione tra il 9 e il 10 marzo quando passano da 1.030 ad appena 681, in coincidenza con l’inizio del lockdown nazionale disposto dal DPCM dell’8 marzo. Il Paese si ferma e le RdR crollano a una media giornaliera di 195 su scala nazionale, per poi risalire a 642 nell’intervallo compreso dall’inizio della Fase 2 (4 maggio) al 18 maggio.

I dati di raccolta di Ecodom

Una fotografia più ravvicinata degli effetti della pandemia sul sistema RAEE è quella fornita dall’analisi dei dati sulla raccolta effettuata da #ecodom nel corso delle 20 settimane comprese tra il 1° gennaio e il 17 maggio 2020. In questo l’intervallo di tempo l’andamento della raccolta può essere analizzato durante le fasi di assenza, introduzione e abbassamento dei limiti operativi introdotti al fine di garantire il contenimento del virus.

La raccolta del 2020 parte bene (Settimane 1-8)

Nelle prime otto settimane del 2020, tra il 1° gennaio e il 23 febbraio, la presenza del coronavirus in Italia è ancora solo un argomento di dibattito. La macchina produttiva ed economica nazionale è pienamente operativa e i dati registrati da #ecodom superano quelli dell’anno precedente. Nel periodo di riferimento, la quantità media settimanale di RAEE raccolta dal nostro Consorzio passa dalle 2.069 tonnellate del 2019 alle 2.468 tonnellate del 2020. I risultati ottenuti in assenza delle limitazioni imposte dall’emergenza, confermano le precedenti ipotesi di crescita per l’anno in corso.

Le prime misure di contenimento (9-11)

Il 23 febbraio 2020, in seguito ai primi focolai di Covid-19 scoppiati a Codogno, Vo’ e Casalpusterlengo, il governo emana il suo primo DPCM allo scopo di contenere e gestire l’emergenza epidemiologica nelle aree interessate dal contagio. A questa misura ne seguono altre due (DPCM 1° marzo e 8 marzo) con le quali, prima, si impone il lockdown per la popolazione del Nord Italia e, poi, lo si allarga a livello nazionale. Siamo tra la nona e l’undicesima settimana (24/2-15/3): la raccolta media settimanale di #ecodom (2.490 tonnellate) rimane pressoché invariata rispetto al record precedente e ancora superiore a quella del 2019 (2133 tonnellate), nonostante la scelta di diversi Comuni di imporre una momentanea interruzione del servizio e la chiusura delle isole ecologiche.

Chiudono le industrie e i negozi, crolla la raccolta (12-18)

Il 16 marzo 2020 entrano in vigore i tre provvedimenti d’emergenza adottati dal Comitato Guida dell’Accordo di Programma tra ANCI, il CdC RAEE, le Associazioni delle aziende di raccolta e le Associazioni dei Produttori. Il pacchetto di norme, che ha l’obiettivo di facilitare l’attività dei lavoratori della filiera, limita la raccolta ai soli casi di emergenza introducendo l’allungamento dei tempi massimi d’intervento da 5 a 10 giorni, un filtro alle richieste di ritiro inoltrate al CdC RAEE e la sospensione dei ritiri a giro presso i Centri di Raccolta più piccoli. L’applicazione di queste misure e il successivo blocco industriale ed economico imposto dal DPCM del 23 marzo, provocano il crollo della raccolta tra la dodicesima e la diciottesima settimana (16/3-3/5) con un dato medio settimanale che scende a 978 tonnellate contro le 2.039 tonnellate del 2019.

L’inizio della Fase 2 e il boom di raccolta (19-20)

Il 4 maggio, in virtù del DPCM 26 aprile, ha inizio la cosiddetta Fase 2. Il governo dispone l’allentamento delle misure restrittive nei confronti della popolazione e la progressiva riapertura delle attività produttive, industriali e commerciali. I risultati positivi si notano già nella diciannovesima settimana (4-10/5): #ecodom raccoglie 1.920 tonnellate di RAEE, quantitativo quasi doppio rispetto alla media (978 ton) della fase più acuta dell’emergenza (settimane 12-18), ma ancora sotto le quantità dello stesso periodo del 2019 (2.397 tonnellate). La ventesima settimana (11-17/5) è quella del boom della raccolta: #ecodom segna un risultato di 2.680 tonnellate che risulta essere superiore sia alla media delle prime 8 settimane dell’anno (2.468 ton) sia al risultato ottenuto nello stesso periodo nel 2019 (2.242 ton).

Vera ripresa o effetto “svuotamento cantine”?

I dati delle prossime settimane ci diranno come sia stato possibile ritornare in così poco tempo a livelli di raccolta così alti. È infatti accertato che la lunga durata del lockdown e della sospensione delle le attività commerciali abbiano compromesso non solo l’andamento delle vendite e delle consegne di AEE, ma anche quello dei rifiuti: chi non acquista il nuovo non dismette il vecchio. L’ipotesi più accreditata, al momento, è legata al fenomeno dello “svuotamento cantine” da parte degli italiani durante il lockdown. Un’azione compiuta nel corso delle settimane, ma che potrebbe aver avuto effetti concreti sul Sistema RAEE solo dopo il 4 maggio, quando l’inizio della Fase 2 ha riaperto, insieme a quelle del Paese, anche le porte delle isole ecologiche.

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